Erich Ferluga
La Questione del Territorio Libero di Trieste
quale Nazione Internazionale
e le sue potenzialità socio-economiche
(7 Gennaio 2012)
Nota
In questo scritto si presenta in maniera molto chiara la questione del Territorio Libero di Trieste e del perché esso non può essere sotto la sovranità dello stato italiano. Inoltre si delinea un futuro scenario del territorio quale Nazione Internazionale, scenario che potrebbe rappresentare un successo dal punto di vsta sociale ed economico, ma anche un esempio da seguire per tutte quelle realtà locali che si sentono, e sono, soffocate e svilite dal centralismo burocratico degli stati moderni.
Nell’era della globalizzazione, giusta o sbagliata che sia, esistono sulla terra, in contrapposizione alla crescente crisi mondiale che si sta diffondendo a partire dai paesi più sviluppati, delle realtà che possono far cambiare gli attuali assetti economici-commerciali a vantaggio di molte regioni e popoli dell’Europa centrale e del mondo.
Una di queste realtà si trova nel centro dell’Europa ovvero nel punto più a nord del mare Mediterraneo. Parliamo delle enormi potenzialità economico-commerciali e industriali del Porto Libero di Trieste (P.L.T.) incorporato nel Territorio Libero di Trieste (T.L.T.), entrambi istituiti dall’O.N.U. come due stati indipendenti con proprio statuto, ma connessi fra loro nelle funzioni socio-economiche.
Storicamente, già nell’anno 1719 l’imperatore Carlo VI d’Austria creò a Trieste un porto franco, concedendo alla città piena autonomia di mercato garantendoli la sicurezza ma senza chiedere tributi, i cui privilegi si estesero durante l’impero di Maria Teresa e poi riconfermati e perfezionati nel 1891 dall’imperatore Francesco Giuseppe.
Con la 16° Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 10 gennaio 1947 (U.N. Security Council Records, 2nd., n.°3, 91th meeting) veniva legalmente costituito ed approvato il Territorio Libero di Trieste ed il Porto Libero di Trieste. I tre Statuti denominati Allegati VI, VII e VIII sono stati poi inseriti nel Trattato di Pace con l’Italia firmato il 10 febbraio 1947 che delimita i confini di questa straordinaria Nazione Internazionale.
Questa nazione è stata creata dopo la fine della seconda guerra mondiale, perché la preoccupazione principale e la volontà delle potenze vincitrici era di garantire la pacifica convivenza fra i popoli e il libero transito internazionale delle merci tramite il porto di Trieste e non le questioni nazionaliste che vennero superate proprio con l’istituzione del Territorio Libero di Trieste, quale Nazione Internazionale ovvero di tutti.
Questa Nazione Internazionale, amministrata militarmente dalle potenze alleate sotto la protezione delle Nazioni Unite durò fino all'anno 1954. Il trattato e gli Allegati , redatti in forma chiara e dettagliata, hanno anche la particolarità di indicare attraverso lo statuto il percorso amministrativo, legislativo e giuridico per ricostituire e riformare questa nuova nazione, una zona franca (tax-free) demilitarizzata posta sotto il controllo e protezione delle Nazioni Unite !
Purtroppo già nel 1948 le ex potenze alleate iniziarono a dividere l’Europa in due blocchi ideologici di differente veduta politica ovvero comunista e capitalista. Con il Memorandum of Understanding del 5 ottobre 1954 le zone sotto l’amministrazione militare alleata di protezione del Territorio Libero di Trieste vennero provvisoriamente (vedi articolo 1) affidate all' amministrazione civile italiana e jugoslava (vedi articolo 2), quest'ultima succeduta dal 1991 alla Slovenia e alla Croazia.
Nel 1975, l’Italia e la Jugoslavia firmarono, quasi in segreto, un trattato bilaterale per annettersi le zone d’amministrazione provvisorie del T.L.T. Da allora non si è più voluto parlare del Territorio Libero di Trieste che è rimasto diviso in tre zone ancora amministrate provvisoriamente, rispettivamente dall’Italia, Slovenia e Croazia, tutt’ora subordinate al citato trattato internazionale del 1947 e quindi solo apparentemente sottoposte alle rispettive sovranità territoriali e politiche italiana, slovena e croata.
Purtroppo la “guerra fredda” e le tensioni nazionaliste sono stati la causa del mancato completamento politico-amministrativo del Territorio Libero di Trieste e del costante decadimento economico locale nelle zone d’amministrazione slovena, croata e italiana. Ora, la contrapposizione ideologica fra est e ovest è finita nel 1989, pertanto si può dedurre che non esiste più alcun interesse politico-strategico-militare che per decenni ha tenuto fermo lo sviluppo economico del territorio.
Il porto (con fondali che superano i 17 metri ! ) risulta infatti carente di infrastrutture e non garantisce che le vie di transito di Trieste siano accessibili in termini uguali per tutto il commercio internazionale e per l'Europa Centrale, come è consuetudine negli altri porti del mondo. All’interno del porto TUTTI possono legalmente insediare nuove attività industriali, cantieristiche navali, commerciali e di stoccaggio, avendo anche la possibilità di ampliare notevolmente il comprensorio sia sulla terra che sul mare. Da non sottovalutare che un tale porto franco internazionale completamente rinnovato, sia per la parte gestionale-logistica, che per l’installazione delle più innovate e moderne attrezzature per il carico e scarico di merci, andrebbe ad allinearsi con i più importanti porti del mondo, contribuendo attivamente allo sviluppo economico di tutti i paesi.
Il porto franco di Trieste incorporato nel Territorio Libero di Trieste diventerebbe, alla vista di tutte le nazioni, esempio unico e nuovo di pacifica convivenza e di progresso economico nonché socio-culturale e punto di incontro fra i popoli.
Il Territorio Libero di Trieste oggi con circa 315000 cittadini residenti, ha una superficie di 738 km quadrati, estesi fra le foci del fiume Timavo a Duino-Devin (zona A) e il fiume Quieto-Mirna presso Cittanova-Novigrad (zona B), compreso il porto di Capodistria-Koper (Slovenia) (vedi carta geografica).
Le lingue più diffuse sono l’italiano, lo sloveno ed il croato; i cittadini sono multietnici e multiculturali, misti fra sloveni, italiani, croati, austriaci, ungheresi, slovacchi, cechi, greci, ebrei, russi, cinesi ecc.; i cittadini residenti sono considerati “cittadini del mondo”, in quanto cittadini dell’unica Nazione Internazionale esistente.
Nella crisi generale nessuno può più pretendere ed ottenere assistenza pubblica improduttiva, per questo Trieste sta lottando per riavere quel legittimo benessere e ruolo economico commerciale mitteleuropeo ereditato dall’Impero Austro-Ungarico e che le Nazioni Unite avevano auspicato e ben capito già alla fine della seconda guerra mondiale. Con ciò si attiverebbe un asse di traffico marittimo tra i continenti afro-asiatico-americano-europeo primario indispensabile all’economia internazionale e dell’Europa centrale.
Avviare una discussione costruttiva a livello diplomatico ponendo la questione del Territorio Libero di Trieste sul tavolo delle Nazioni Unite (come già riposto dalle N.U. con lettera ref. PO210PI dd.20 maggio 1983, qui allegata), anche su iniziativa delle rispettive delegazioni politiche nazionali ed internazionali, porterebbe ad un sicuro sblocco politico internazionale a beneficio di tutti.
Il Porto Libero di Trieste non può ai sensi:
- dell’articolo 21 del Trattato di Pace con l‘Italia 1947;
- dell’articoli 3.2, 18 e 21.2 dello Strumento del Porto Libero di Trieste - Allegato VIII; del Trattato di Pace del 1947;
- dell’articolo 10 della Costituzione italiana 1948;
- dell’ articolo 6 comma 12 della Legge italiana sul riordino dei porti n°. 84/1994;
- dell’articolo 5 del Memorandum of Understanding firmato a Londra il 05.10.1954;
- e naturalmente per i Trattati Internazionali sottoscritti dall’Italia;
essere amministrato dall’Italia, quindi il Porto Libero e Territorio Libero di Trieste devono essere restituiti alla comunità internazionale.
Per questo il Comitato Porto Libero di Trieste sta da tempo ricorrendo, tramite la Commissione Internazionale del Porto Libero, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e i rispettivi ministeri degli esteri degli stati membri dell’ONU, agli strumenti previsti dai vigenti trattati internazionali per ristabilire legalmente il già costituito e riconosciuto Porto Libero di Trieste che include anche il porto di Koper/Capodistria, la cui integrità, indipendenza, protezione e demilitarizzazione è assicurata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Comitato ha già formalmente denunciato alla comunità internazionale (O.N.U.- United Nations) tutto ciò che finora ha impedito lo sviluppo socio-economico di questa Nazione Internazionale, unica al mondo, e che purtroppo ora la politica locale vuole completamente stravolgere togliendo ogni opportunità alla città, ai Paesi vicini, all'Europa e al mondo intero.
Il Comitato Porto Libero di Trieste sta inoltre preparando le basi legali per le società e compagnie internazionali interessate ad insediare le proprie attività ed uffici nel Porto e nel Territorio Libero di Trieste.
Il Comitato Porto Libero di Trieste resta a disposizione di tutti coloro, la cui presente lettera è indirizzata, per ogni iniziativa, incontro, intervista, conferenza, utile a far conoscere alla popolazione locale e al mondo intero l’enorme potenzialità economico-commerciale e socio-culturale che questo territorio offre.
Il Comitato Porto Libero di Trieste è inoltre disponibile ad un dialogo aperto, diretto e costruttivo per una reciproca collaborazione con la diplomazia dell'Unione Europea e con ciascun stato membro delle Nazioni Unite, affinché si riporti davanti all'attenzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la questione del Territorio Libero di Trieste (vedi lettera allegata), quale Nazione Internazionale ovvero di tutti.
A nome e per conto dell’Assemblea Generale del Comitato PLT
Grazie dell' attenzione e con i più cordiali saluti
Erich Ferluga
Consigliere CPLT
(e-mail: norskansla@virgilio.it )
Maggiori informazioni e comunicazioni:
COMITATO PORTO LIBERO DI TRIESTE:
Sito web: www.portoliberotrieste.org , www.prostalukatrst.org ,
www.triestfreeport.org ,
www.freeterritorytrieste.com
E-mail: comitatoplt@gmail.com