Materiali sul Mezzogiorno d'Italia


Imbroglio e Furbizia

 


 

(1842 - Arthur John Strutt,  Calabria Sicilia 1840, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1970)

-  "Stamane [a Tarsia] dopo aver regolato il conto con l'oste e cioè, dopo averlo ridotto al solito di 1/3 circa, ci rimettemmo in cammino." (p. 128)

-  "Qui [a Rogliano], perfino al mercato, nessuno discute sul prezzo di una libbra di pecorino o di salame senza portare con sé, per misura di precauzione, il lungo fucile sulla spalla." (p. 136)

-  "L'idea che uno possa combattere un altro lealmente lo colpisce come qualcosa di mirabile ed inusitato." "Qui se un uomo ha del rancore verso un altro afferra il fucile o l'accetta e si nasconde dietro una siepe ad attenderlo." (p. 186)

-  "La presentazione che fece [il mulattiere] degli abitanti del luogo [Reggio Calabria] non fu lusinghiera. Sintetizzò ogni cosa dicendo : 'Tutti ladri'." (p. 206)

-  "Il nostro mulattiere aveva preso accordi con due personaggi della sua stessa professione ... li impegnò a trasportarci a Reggio. Noi non avemmo nulla in contrario. Perciò lo pagammo e gli chiedemmo di dare immediatamente agli altri due la cifra fra loro convenuta. Delle piastre che era stabilito dovessimo dargli per tutto il viaggio, riservando modestamente per sé soltanto 10 carlini dei 12 pattuiti, in considerazione delle 8 miglia che aveva fatto con noi, generosamente destinò gli altri 2 carlini ai confratelli per compensare le 20 miglia che restavano da fare." (p. 208)

 

(1882 - Pasquale Turiello,  Governo e governati in Italia, Einaudi, Torino, 1980)

-  "... nelle relazioni tra padrone e servo, fornitore e compratore, come la misura e il limite sono naturalmente appresi da ciascuno poco nettamente, ciascuno preferisce compensare l'usurpazione col danno, anzi che fermarsi entrambi al confine comune del giusto. Il venditore chiederà abitualmente il doppio o il quadruplo di ciò che vale un oggetto; ma egli sa che solitamente gli si vorrà dare la metà o il quarto di quel che avrà chiesto." (p. 109)

-  "... un altro effetto caratteristico nella borghesia del Napoletano, l'adorazione e la fede massima nella furberia, come mezzo e come scopo nella vita, perché vi è supremo e continuo diletto nell'animo. Ora è un fatto storico e giusto che un popolo di furbi, tra più vittorie individuali, non conti che sconfitte collettive, a fronte de' più forti perché più disciplinati." (p. 112)

 

(1901 - George Gissing,  Sulla riva dello Jonio, Cappelli, Imola, 1962)

-  "Le mie esperienze di viaggio in Italia mi hanno reso diffidente, ma dopo risultò che mi avevano detto la verità. Era chiaro che, se volevo proseguire subito, dovevo intavolare trattative all'albergo e, dopo aver mangiato con calma, così feci. Presto, si presentò un uomo che era disposto a portarmi oltre i monti, a un prezzo che capii assurdo; il guizzo che ebbe negli occhi mentre diceva la cifra bastò ad illuminarmi. Secondo il libro era un viaggio di non più di quattro ore; il vetturino dichiarò che ne sarebbero occorse sette o otto. Dopo un po' di tira e molla, accettò metà della cifra iniziale e se ne andò tutto contento ad attaccare i cavalli." (pp. 28-29)

-  "Lenormant parla con eloquenza degli aranceti di Cotrone. Per visitarli era necessario un permesso, e mi recai in municipio per parlare col Sindaco e chiedere il suo aiuto. Fui fatto entrare senza difficoltà. In un ufficio bene arredato sedevano due signori robusti, che fumavano il sigaro perfettamente a loro agio; il Sindaco mi pregò di accomodarmi e mi scrutò con una perplessa curiosità mentre gli esponevo il motivo della mia venuta. Sì, certo, poteva permettermi di visitare il suo aranceto, ma perché volevo vederlo? La risposta che ogni mio interesse era per le bellezze naturali del luogo non lo persuase; pensava che fossi qualche speculatore. Era un pensiero abbastanza naturale. In tutto il Mezzogiorno d'Italia il denaro è l'unico argomento a cui gli uomini pensino; non esiste una vita intellettuale; è molto scarsa anche quella che potremmo chiamare l'istruzione più rudimentale. Quelli che hanno delle ricchezze vi stanno ferocemente attaccati; e la massa non ha tempo né desiderio di occuparsi di altro che dei mezzi di sussistenza; il che, per le masse, significa solo poter placare la fame." (p. 67)

-  "... il padrone dell'Albergo Nazionale mise a dura prova la mia calma. Non solo mi addebitò il triplo della somma che sarebbe stata ragionevole per le pietanze che non avevo potuto mangiare, ma il conto della colazione del mio conducente conteneva delle voci così incredibili che dovetti chiedere al ragazzo che cosa avesse davvero mangiato. Risultò un caso antipaticissimo di estorsione, e il tono di cupa minaccia con cui l'uomo rispose alle mie proteste non aiutò ad appianare le cose." (p. 128)

 

(1915 - Norman Douglas,  Vecchia Calabria, Giunti Martello, Firenze, 1978)

-  "Fu convocato un vetturino e le trattative per partire il mattino successivo furono portate a termine. Sessantacinque franchi, cominciò a dirmi, era il prezzo pagato da un inglese l'anno precedente per una visita di un giorno al sacro monte. Forse è anche vero, gli stranieri sono pronti a far qualsiasi cosa, in Italia." "Ricordai all'uomo che c'era un servizio di diligenze che faceva andata e ritorno per un franco e mezzo e già quel prezzo mi sembrava piuttosto esoso." (pp. 24-25)

-  "Uno straniero ... se pone domande riceverà risposte dettate unicamente dal sospetto o dal deliberato desiderio di sviare." (p. 87)

-  "È vostro dovere, questo è il punto chiave, mostrare soprattutto che non siete scemo, peccato imperdonabile nel sud. Potete essere un imbroglione o un assassino, perché no? è una vocazione come qualsiasi altra, una vocazione da 'uomini'. Ma colui che non sa prendersi cura di se stesso - vale a dire del proprio denaro - è persona di cui non ci si può fidare, in nessun frangente della vita; non è persona di qualche importanza; non è un uomo." (p. 161)

 

(1944 - John Hersey,  Una campana per Adano, Mondadori, Milano, 1973)

-  "... il carrettiere era un certo Errante Gaetano, il quale poche ore prima aveva venduto a dei soldati americani tre dozzine di uova a un prezzo quattordici volte superiore a quello corrente; e aveva subito investito la maggior parte del ricavato in vino acquistato dal suo amico Matagliano, ed ora dormiva un sonno profondo e felice sul suo carretto." (p. 55)

-  "Quattro soldati entrarono da un barbiere e, facendo segni con le dita intorno alla testa, indicarono che desideravano tagliarsi i capelli. Nessuno di loro parlava italiano, perciò pagarono basandosi su quanto era costato loro in America l'ultima visita dal barbiere. Ognuno aveva tirato fuori un biglietto da cinquanta dicendo : 'Il resto è per te, Joe'. Il prezzo giusto per il taglio dei capelli era di tre lire e per la barba di due lire. In una sola mattinata il barbiere aveva guadagnato duecento lire. Si ritirò dagli affari e per tre settimane si rifiutò di eseguire tagli di capelli, finché non gli vennero meno i fondi." (pp. 143-144)

 

(1964 - Luigi Barzini,  Gli italiani, Mondadori, Milano, 1978)

-  "Un manuale famoso sul modo di giocare a scopa, scritto da Monsignor Chitarella, napoletano, incomincia così : 'Regola numero uno : cercare sempre di vedere le carte dell'avversario'." (pp. 210-211)