Materiali sul Mezzogiorno d'Italia


Tasse e Angherie

 


 

(1781-1794 - Giuseppe Maria Galanti,  Relazioni sull'Italia meridionale, a cura di Tommaso Fiore, Universale Economica, Milano 1952)

-  "Un cittadino come ha fatto un poco di fortuna vedesi esposto alle vessazioni di diverse razze di persone malefiche che sono il sindaco, il governatore, l'erario, lo scrivano e simili." (p. 92 - Stato della Capitanata)

 

(1901 - George Gissing,  Sulla riva dello Jonio, Cappelli, Imola, 1962)

-  "[Certo], tutta la faccenda del dazio è spregevole e ridicola; non conosco spettacolo più degradante di quello di ufficiali in uniforme che frugano i miseri fagottini di contadine mezze morte di fame, strapazzando un pugno di cipolle, o punzecchiando con lunghi ferri una carrata di paglia. Nessuno avrà mai confrontato le spese con i risultati?" (pp. 33-34)

 

(1915 - Norman Douglas,  Vecchia Calabria, Giunti Martello, Firenze, 1978)

-  "Qualsiasi tentativo di innovazione, nell'agricoltura come nell'industria, è subito scoraggiato da nuovi e sottili gravami che stanno al varco, in attesa dell'italiano intraprendente, per punirlo delle sue idee. C'è, naturalmente, una tassa proibitiva su qualsiasi articolo o utensile fabbricato all'estero; c'è il dazio, residuo del medievalismo, la più irrazionale, la più futile, la più vessatoria delle tasse; vi sono imposte municipali da pagare sugli animali tenuti e su quelli uccisi, sul latte, sui sostegni delle viti, sul legname per impalcature e sul piombo e sulle tegole e sul vino - su ogni oggetto possibile e immaginabile che il contadino produce o di cui necessita per la propria esistenza." (p. 51)

-  "Sentiamo parlare molto di grandi artisti e di filosofi teorici della vecchia Italia. Gli artisti dell'Italia moderna sono i suoi burocrati che istituiscono ed elaborano le tasse; i suoi filosofi sono i contadini che le pagano." (p. 51)

-  "C'è una tassa di un franco giornaliero su ogni mucca, e una mandria di dieci capre, appena sufficienti a mantenere in vita un poveretto, deve pagare 380 franchi l'anno di dazio. Questi e altri furti legalizzati, che in una popolazione più virile farebbero sì che il sindaco e la giunta cittadina fossero immediatamente appesi al primo lampione stradale, sono sopportati con pazienza. È, l'imbelle Tarentum, una razza senza energia." (p. 135)