Materiali sul Mezzogiorno d'Italia


Autocommiserazione

 


 

(1925 - Benedetto Croce,  Storia del Regno di Napoli, Laterza, Bari, 1980)

-  "Che ... il regno di Napoli fosse la rendita più pingue della monarchia di Spagna era generalmente ritenuto nel paese stesso e in tutta Europa."
"Ma è probabile che questa credenza nascesse dalla leggenda dell'Italia meridionale, terra ferace e sovrabbondante, atta a nutrire molti popoli. E il sospetto si converte in quasi certezza, quando si legge in un contemporaneo, che fu uno dei primi e più acuti economisti, Antonio Serra, l'opposta affermazione che in Napoli (almeno fino al 1613, che è l'anno in cui il Serra scriveva) 'le entrate che vi ha la Maestà Cattolica si spendono tutte e moreno nel medesimo Regno, che non se ne incascia parte alcuna, e più volte vi manda milioni di contanti, se ben poche se ne potria incasciare per essere quasi tutte vendute e convertite in soldo d'avantagiati e milizia per il Regno'; e ciò il medesimo scrittore ridice più oltre, confermando che il Re di Spagna 'non estrae l'entrate fuora Regno, anzi ve ne rimette più volte argento'. Certo è che l'indagine in proposito non è stata finora criticamente condotta, preferendosi in tale materia le declamazioni e le invettive; e non è escluso che, se fosse criticamente condotta, porrebbe giungere alla conclusione che il possesso del Regno di Napoli fu per la Spagna un accrescimento di potenza politica, e più ancora di prestigio, e un punto d'appoggio militare, ma, tutto sommato, una passività economica." (p. 127)

 

(1913 - Luigi Pirandello,  I vecchi e i giovani, Mondadori, Milano, 1979)

-  "... a rappresentar la Sicilia come una catasta immane di legna, d'alberi morti per siccità, e da anni e anni abbattuti senza misericordia dall'accetta, poiché la pioggia dei benefizii s'era riversata tutta su l'Italia settentrionale, e mai una goccia ne era caduta su le arse terre dell'isola." (p. 316)

 

(1973 - Peter Nichols,  Italia Italia, Garzanti, Milano, 1975)

-  "Ricordo un giorno che sostavo in Calabria davanti a un cantiere edile dove si costruiva un albergo. Il finanziamento proveniva quasi per intero dalla Cassa per il Mezzogiorno, istituita nel 1950. Il concessionario di quel finanziamento, che presto avrebbe gestito un albergo redditizio destinato un giorno a diventare suo, era ad osservare il corso dei lavori. Ogni tanto si voltava e diceva : 'Eh già, noi qui siamo abbandonati, nessuno ha mai fatto niente per il Mezzogiorno'." (pp. 89-90)