Gian Piero de Bellis

Supermercati - Supermaleducati - Superavariati

(Maggio 2005)

 


 

Da qualche mese il fare la spesa in un supermercato o negozio alimentare italiano (più precisamente a Novara) mi suscita moti di rigetto fisico e psicologico.
Mi aggiro tra gli scaffali stracolmi di roba e non so più cosa acquistare.

Ho eliminato i tortellini e la pasta fresca, pieni zeppi di sale e di pepe oltre che di conservanti vari, per cui qualsiasi sia il tipo di ripieno hanno tutti lo stesso sapore.

Una volta, all'apertura di una vaschetta di pasta, ho trovato che la muffa stava già facendo il suo corso. L'ho debitamente riportata il giorno dopo e la cassiera, invece di scusarsi per l'inconveniente, ha guardato a lungo la confezione e poi, bontà sua, mi ha detto: "Va beh, per questa volta gliela cambiamo!"
Questo avveniva in un supermercato Uni, che è una catena con punti vendita in molte città italiane (quindi non il negozietto gestito alla meno peggio da un ignorante). Le cassiere dovrebbero ricevere un addestramento per quando si presentano problemi del genere. Non mi sembra proprio che così avvenga in Italia.

Ho eliminato quasi del tutto la carne, certe volte immangiabile, e non c'è da stupirsi considerato quello che gli allevatori davano e probabilmente continuano a dare loro come nutrimento. Poveri animali.
Ma noi umani siamo su quella strada.

Sto pensando di eliminare le uova dal momento che le ultime le ho buttate via tutte. Due si sono rotte mentre stavo cercando di farle sode. Dubito che sia stato perché erano troppo fresche. Due altre le ho aperte e ho visto che la camera d'aria occupava buona parte del guscio, segno del tempo che passa inesorabile anche per le uova.

Recentemente ho deciso di passare alla frutta e alla verdura.
Che delusione e che sconforto! Mele che fanno schifo, carote che non sanno di niente, banane belle di fuori e marce di dentro, verdure gigantesche con foglie durissime. E qui mi riferisco a un supermercato come il GS che è tra i più popolari e diffusi d'Italia.

Questi stanno vendendo merda a prezzi esorbitanti, e la gente continua a comperare e nessuno dice niente.

Probabilmente non sanno che in altri paesi, meno favoriti dalla natura, la qualità dei prodotti alimentari, anche della frutta e verdura, è di gran lunga superiore. È pensabile che parte della merce migliore prodotta in Italia prenda la strada dell'esportazione e qui rimanga solo il peggio del peggio. Dal momento che in Italia manca la concorrenza vera è giusto che sia così.

Se poi aggiungiamo che molti direttori di supermercato non sanno gestire le celle frigorifere per cui ti ritrovi con un frutto che bello fuori è marcio dentro dopo solo un paio di giorni dall'acquisto, abbiamo il quadro di una presa in giro colossale.

Anche comperare un pezzo di pane sta diventando una decisione da vomito. Non bisognerebbe leggere la composizione e io invece ci casco tutte le volte: strutto, conservanti, additivi vari.
Un pezzo di pane! Questi non sanno fare più nemmeno un pezzo di onesto, genuino pane comune.
E che prezzi!

Quindi, di solito, solo dopo mille sforzi e mille esitazioni mi costringo a comperare qualcosa e mi avvio alla cassa.
Facendo la coda capisci che il mangiare merda trasforma gli esseri umani in merde.
In Inghilterra, almeno dove abito io, la cassiera si ferma per lasciare che la cliente precedente raccolga tutte le sue compere, poi ti accoglie con un saluto e, alla fine, ti consegna in mano, in un solo passaggio, sia lo scontrino che il resto. Tutto avviene nella maniera più civile e più cordiale. Certe volte ti aprono anche le buste di plastica (che sono gratis) e, alle persone anziane, sistemano dentro la roba.

Qui no. La cassiera non lascia neanche il tempo alla persona che ti precede di raccogliere gli acquisti, li mescola con i tuoi, gettando i prodotti verso il fondo del bancone. Poi, dopo che hai pagato, ti lascia da qualche parte prima il resto in monetine, poi quello in biglietti e infine ci aggiunge lo scontrino. Un imbranato avrebbe forse imparato a coordinare le tre cose, ma qui siamo a livello di sub-deficienti.
Che poi ci siano delle cassiere educate e geniali, non lo escludo. Io sto raccontando quella che è la mia esperienza ricorrente.

Quale è la morale di tutto ciò?
È quella che ho già espresso precedentemente: chi mangia merda diventa una merda, e gli italiani (ripeto, sempre in base alle mie esperienze) stanno diventando, ogni giorno di più, un popolo di degenerati.
Una massa di spompati, che non ha più nessuna tensione, non solo morale e ideale, ma neanche sessuale.
Non per nulla gli italiani mostrano uno dei più bassi indici di natalità al mondo.
Forse, con questo popolo di zombi, la natura risolverà il problema automaticamente.

La speranza è l'ultima a morire.

 

 


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