Gian Piero de Bellis

L'insostenibile spudoratezza del potere

(Luglio 2007)

 


 

Nel mese di Giugno 2007 è apparsa sui giornali la seguente notizia basata su dati forniti dall’Agenzia delle entrate fiscali: "Nascosti al Fisco 270 miliardi l’anno".

Ci sono persone che si sono mostrate scandalizzate per questa “evasione fiscale”.

Purtroppo  queste persone non hanno fatto lo sforzo critico che le avrebbe portate a riflettere su questi fatti:

1. I dati provengono dalla stessa fonte a cui arrivano i soldi. È come se ci fidassimo ciecamente dei dati del bilancio presentato da una ditta di dubbia reputazione morale.
2. La pressione fiscale in Italia è tra le più alte al mondo.
3. Le entrate fiscali dello stato aumentano notevolmente di anno in anno.
4. L’utilizzo di questa massa di risorse finanziarie da parte dello stato è abominevole, il che vuol dire: servizi pubblici schifosi, parlamentari e dirigenti statali pagati con cifre astronomiche, sprechi continui per opere mai terminate o abbandonate a fine lavori.

Ma, soffermiamoci un attimo su questa pretesa evasione e sui suoi soggetti.

Io so per certo che in una scuola della Lombardia la preside ha un conto non registrato nel bilancio d’istituto con cui paga opere di piccola manutenzione (ad es. imbiancatura dei muri) senza ricevuta ed evitando così il versamento dell’IVA.

Credo proprio che questo comportamento di ufficiali dello stato in una scuola di stato non sia affatto isolato. Quindi è lo stato che sottrae soldi allo stato. E nonostante questo i supplenti non sono stati ancora pagati da mesi.

Farsa e beffa, truffa e inganno si mescolano in una miscela che fa ridere e piangere al tempo stesso.

Detto ciò, se i prestatori di servizi o le altre categorie che sono ritenute evadere l’IVA, rilasciassero tutti la fattura, i costi verrebbero sopportati, in definitiva, dal consumatore finale. Con pensioni, salari e stipendi estremamente bassi, questa sarebbe l’ennesima beffa nei confronti del cittadino: soldi che escono dalle tasche della gente comune per affluire nelle tasche del Governatore della Banca d’Italia (il più pagato al mondo) o in quelle dei parlamentari italiani (tra i più pagati al mondo) o a ingrassare altre categorie tutto sommato parassitarie.

È tempo quindi ognuno rifletta seriamente sul tema “tasse” ed esca dal mito che tasse=servizi. Credere ancora che “lo stato siamo tutti noi” è un modo del tutto fuorviante di interpretare la realtà attuale.

Solo abbandonando credenze assurde le persone torneranno ad essere libere dalle zavorre e manipolazioni del passato.

 

 


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