Vincenzo Grossi

Scendere dall'autobus

(Maggio 2014)

 


 

La politica delegata e rappresentativa ha un difetto costitutivo ineliminabile: prefigura una idea univoca di Società e la formalizza accoppiandole una idea univoca di gestione, lo Stato.
È come immaginare che siamo tutti su di un autobus guidato da una serie di individui con compiti diversi e che sia sufficiente scegliere gli individui giusti per guidarlo affinché si vada dove si voglia andare e nel modo più confortevole e rapido.

Se qualcuno suggerisce l'idea di andare a piedi si risponde che non è possibile, che è necessario andare tutti insieme e c'è solo quest'autobus che ci può portare a destinazione in tempi rapidi e con tutti i comfort ai quali siamo abituati, sedie ed appigli, Wi-Fi e ADSL, acqua e servizi igienici, corrente elettrica e gas. Perché, si afferma, questo autobus è la società e non si può vivere al di fuori di essa, ed ogni società ha bisogno di uno stato per guidarla a destinazione. E questo autobus è il più nuovo disponibile al mondo, magari ogni tanto si rompe ma lo si può sempre aggiustare e migliorare. E' vero che ogni tanto capita qualche furbo che lo dirotta a suo piacimento, ma ci sono i controllori che vigilano e alla fine sanzionano i trasgressori.

A conferma della bontà di questo autobus è il fatto che c'è sempre tanta gente che vuole salirci su, arrivando da paesi lontani a rischio della vita, mentre sono pochissimi quelli che ne scendono e vanno a vivere e a camminare a piedi. Sì è vero che siamo sempre di più e ogni tanto si deve sgomitare, ma se hai i soldi per pagare i privilegi ti puoi sedere davanti dove c'è più spazio. Comunque un posto in piedi schiacciato contro la porta non te lo nega nessuno.

 

Il giro dell'autobus è sempre lo stesso: Capolinea dell'Iscrizione all'Anagrafe, Piazza Dello Studente, Vicolo dell'Accesso al Lavoro, Corso dei Cambiamenti di Stato Civile, Piazza della Cassa Integrazione, Viale della Pensione, Largo della Sanità Pubblica, Capolinea del Cimitero.

Non sono previste fermate a richiesta e tantomeno deviazioni di sorta. I guidatori conoscono solo questo percorso tramandato da generazioni e generazioni. Ed effettivamente per seguire questo percorso questo autobus e questi conducenti restano obbiettivamente il modo ottimale: è tutto previsto e regolamentato, sull'autobus puoi passare il tempo come preferisci, ci sono tanti giochi a disposizione, ma quando arriva la tua fermata ti fanno scendere senza tanti complimenti perché non puoi intralciare e rallentare il percorso degli altri. Appena completata la funzione prevista per quella fermata risali sul primo autobus che passa e scendi alla fermata successiva.

Tra una fermata e l'altra magari cambiano tutti o parte dei conducenti, ma l'autobus non cambia assolutamente strada, magari sballotta di più o diventa maggiormente esasperante, si ferma troppo tempo o corre come un pazzo, ma il circuito è quello segnato ed è del tipo ad anello, ovvero dopo il capolinea del Cimitero non si torna indietro, ma l'autobus, svuotato, passa direttamente al capolinea dell'Anagrafe.

 

Le comodità di un percorso assegnato e di un mezzo studiato per quel percorso sono evidenti:

  • Non hai nessun bisogno di chiederti dove stai andando, perché comunque ti portano da qualche parte, anche solo a spasso.
  • Puoi distrarti quanto vuoi durante il percorso tanto c'è sempre qualcuno che al momento giusto ti obbliga a scendere al capolinea.
  • Non c'è assolutamente bisogno di sapere e perfino di partecipare alla decisione di chi guida l'autobus e dei vari controllori e manutentori: tanto comunque c'è sempre qualcuno disponibile a guidarlo, anzi fanno a gara per farlo.
  • Chiunque guidi l'autobus non cambia nulla di sostanziale, percorso, mezzo, fermate, tempi medi etc. Tuttalpiù può variare la narrazione che l'assistente di viaggio fa al microfono durante il percorso, glorificando la guida impeccabile dell'attuale conducente, la bellezza del paesaggio, la gloria della compagnia di trasporto. Tutte comunicazioni fatte utilizzando le tecnologie presenti sull'autobus, in modo talmente pervasivo che non puoi evitarle se non ti tappi orecchie ed occhi.
  • L'autobus è la cosa più rassicurante che ti possa capitare dopo essere uscito dal grembo materno, ogni cosa ha un senso, una direzione, un perché ed un per-come. Guardando fuori dai finestrini vedi solo gente che vuol salire sull'autobus e aspetta pazientemente alle fermate, e quando sale corre per trovare i posti migliori. Magari l'aria è un po' viziata e nessuno apre i finestrini, tanto che li hanno aboliti del tutto, un po' di sana anidride carbonica non può che sedare l'animo di eventuali facinorosi e conciliare il sonno di chi è malato.
  • L'autobus è un ottimo modo per fare conversazione e poter parlare liberamente male degli autobus, di chi li guida e di chi li frequenta, sempre ovviamente esclusi i presenti in grado di ascoltare.
  • Qualunque cosa succeda o non succeda sull'autobus e all'autobus stesso di certo tu non ne sei responsabile, perché sei solo un utente, paghi il biglietto con le tue tasse, magari non proprio tutte. Perché sono sempre altri che lo guidano e quando lo guidano male è perché sono gli altri, non tu, che hanno scelto male i conducenti, oppure qualcun altro li ha disturbati mentre guidavano.

 

E chi scende dall'autobus e poi non risale più?

Il guaio è che ormai tutto il mondo ha costruito le corsie preferenziali ed obbligatorie per gli autobus, le Società-Stato, ed è pericolosissimo camminare a piedi per queste autostrade.

Eppure in molti ad un certo punto scoppiano e nella loro mente qualcosa li costringe a scendere a tutti i costi dall'autobus ed avventurarsi senza biglietti e seggiolini per le strade inospitali.

Meglio sarebbe scendere dall'autobus conservando integra la propria lucidità mentale e sperimentare altri percorsi, con altri mezzi, anche se con altri tempi e fatiche, ma nella perfetta autonomia di chi decide cosa fare, dove, come e quando andare.

 


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