Breve resoconto
dell’incontro tenutosi all’Agriturismo Amarant
sul tema delle Comunità Volontarie a-territoriali (o meglio, a-territorialiste)
(14-15 Aprile 2018)
A metà Aprile si è tenuto presso l'Agiturismo Amarant (Bergamasco) un incontro sulle Comunità Volontarie a cui hanno partecipato una decina di persone. Ci sono state 4 presentazioni di vari temi e poi scambi di idee e discussioni che sono proseguite anche durante i pasti. L’ambiente molto rilassante e scherzoso ha giovato molto alla riuscita dell’incontro. Carmelo Miragliotta e la moglie Santina che ci hanno ospitati hanno creato una atmosfera ideale per un fine settimana piacevole e proficuo.
Oltre ai relatori elencati qui sotto, hanno partecipato all’incontro anche Massimo Patrucco, la moglie di Pino Timpani, di Alberto Gregorio e di Amos Zampatti. Tutti sono intervenuti nelle discussioni che hanno fatto seguito alle presentazioni.
Alcune registrazioni dell’incontro possono essere viste e acoltate sul sito di Radia Svaboda.
Sabato 14 Aprile
Carmelo Miragliotta
Carmelo ha fatto un intervento di apertura dell’incontro mettendo in luce l’esistenza di profonde insoddisfazioni riguardanti l’attuale organizzazione sociale a base statale. Da qui la necessità di inventarsi altre forme organizzative che tengano conto delle esigenze di tutti gli individui, non solo di alcuni o di una maggioranza che domina tutti. Questa nuova organizzazione sociale deve però soddisfare anche problemi di tipo prettamente territoriale che riguardano tutte le persone che vivono in una certa località o regione. Questa è stata una delle sollecitazioni (chiarire come si risolvono problemi territoriali in comunità volontarie a-territoriali) che sono state avanzate nell’intervento di Carmelo. Vedi qui.
Amos Zampatti
Amos ha tenuto la relazione principale. L’obiettivo era quello di analizzare la situazione presente dal punto di vista teorico (il monopolio statale della forza, la legge imposta dallo stato, la struttura statale gerarchica, ecc.) e poi far intravedere un diverso modello organizzativo basato sull’intelligenza distribuita e su rapporti reticolari volontari che portino al sorgere di nuove nazioni: le comunità volontarie a-territoriali. Questo sarà possibile attraverso un cambio di paradigma, quando “viene meno la costrizione a subire un sistema politico per NASCITA e RESIDENZA” ma lo si accetta solo per scelta volontaria personale.
L’aspetto interessante della presentazione di Amos è stato, a mio avviso, la separazione tra territorio (gestione locale territoriale) e individuo (auto-gestione personale e comunitaria). Questo vuol dire separare le competenze territoriali da altre funzioni sociali che si svolgono sul territorio ma non necessitano di una decisione più o meno univoca. [Vedi in particolare diapositive 20-23]
L’ultima parte della sua presentazione è consistita nella articolazione di un possibile schema-progetto per un nuovo paradigma. Parte abbastanza complessa che non può essere condensata in poche parole. Invito quindi le persone interessate a fare direttamente riferimento alle diapositive di Amos che si trovano a questo indirizzo.
Pino Timpani
Pino ha presentato una sua ricerca, fatta di numerose interviste (settembre-dicembre 2017) per la rivista Vorrei, avente per tema le Post Utopie. In particolare:
- il Bioregionalismo
- la Panarchia
- L’Ecologia Profonda
- La Decrescita Felice
- Transition Towns
Pino ha iniziato presentando innanzitutto il proprio percorso culturale e poi ha fatto brevi accenni a queste Post Utopie cercando anche di ricavarne il filo conduttore che più o meno le lega tutte. Presentazione molto interessante, in perfetta sintonia con il tema delle comunità volontarie che saranno sempre varie e multiformi nei loro approcci e modi di essere.
Per coloro che volessero effettuare questo viaggio di scoperta, oltre al filmato su Radia Svaboda (vedi qui), consiglio di entrare nella sua pagina a questo indirizzo.
Domenica 15 Aprile
La mattinata di Domenica è stata dedicata al tema della moneta ritenendolo un argomento cruciale nei mesi e negli anni a venire se vogliamo davvero superare la forma organizzativa dello stato territoriale monopolista.
Alberto Gregorio
Alberto ha fatto un interessantissimo excursus sulla moneta. La civiltà umana, dopo aver sperimentato varie forme più o meno rozze di moneta è arrivata a utilizzare l’oro come lo strumento monetario più funzionale e maggiormente accettabile da tutti. Lo Stato invece, basato sulla moneta cartacea a corso forzoso, è il responsabile principale, se non unico, dello svilimento della funzione della moneta (per gli scambi, come deposito di valore, ecc.) e quindi va messo da parte. A questo scopo stanno provvedendo, in una certa qual misura le criptomonete (Bitcoin, Ethereum, ecc.) basate sulla tecnologia sicura della Blockchain che, in prospettiva, eliminerà lo stato dalla scena monetaria.
Un altro aspetto trattato da Alberto è stato la caratterizzazione delle comunità volontarie come comunità di servizi. Le persone sentono la necessità di un servizio e aderiscono ad una comunità, riservandosi sempre il diritto di modificare la propria scelta quando la comunità a cui si è associati non dovesse più soddisfare le proprie esigenze.
Per seguire l’intero intervento andare qui.
Gian Piero de Bellis
Gian Piero ha trattato anche lui il tema della moneta dal punto di vista dei produttori di beni e servizi chiedendosi quali dovrebbero essere i requisiti offerti da una moneta per essere davvero alternativa allo stato. Lo scritto (con la lista dei requisiti) è rintracciabile qui.
La critica che è emersa a questo approccio è che la moneta qui ipotizzata non è tesaurizzabile e questo costituirebbe una sua limitazione. Per alcuni invece i produttori non hanno bisogno di tale caratteristica assegnata alla moneta essendoci altre forme più agevoli di tesaurizzazione.
Per visualizzare l’intervento andare a questo indirizzo.
La discussione è continuata nel primo pomeriggio ed ha portato a prendere le seguenti decisioni:
- Esplorazione della piattaforma Pangea per la possibile creazione di una comunità volontaria sul Web che possa permettere lo sviluppo di taluni servizi pratici tra i membri oltre che essere canale di informazione. La comunità sarà chiamata: Comunità Volontaria Amarant.
- Approccio minimalista non burocratico ma anzi lieve (sul tipo di un gioco) alla formazione e allo sviluppo di tale comunità, per nella consapevolezza di una sua rilevanza per gli sviluppi futuri di un nuovo paradigma teorico e pratico.
- Auspicio di un incontro annuale sul tema delle Comunità Volontarie per valutare i progressi compiuti e discutere nuovi passi da compiere sulla strada della liberazione dallo Stato Territoriale (o meglio territorialista).
Nota
Forse in futuro dovremmo utilizzare il termine Territorialista al posto di Territoriale, in modo che gli altri possano più agevolmente comprenderci.
Quello che i membri di una comunità volontaria si propongono è il superamento di un padrone unico che, nell’ambito di un certo territorio, si arroga il diritto (sulla base della forza) di decidere per tutti su tutto. Questo si chiama territorialismo o sovranità territoriale monopolistica.
Territoriale è invece un termine generico (geografico-funzionale) privo di questa caratteristica di monopolio. Un supermercato ha una collocazione geografico-territoriale e una funzione economica-territoriale (servire un certo bacino di utenti che vivono in località più o meno vicine). Il gerente-padrone del supermercato non ha però alcun potere territorialista (cioè un potere monopolistico come unico punto di vendita obbligato per tutti gli abitanti di una determinata area). Questo è un aspetto che è necessario chiarire per evitare equivoci e obiezioni che dovessero sorgere in futuro.