Gian Piero de Bellis

Deformare - Diffamare - Dominare

(Febbraio 2015)

 


 

L’insegnamento della storia che tutti noi abbiamo ricevuto a scuola ricostruisce le vicende storiche focalizzando l’attenzione sulle lotte tra opposte fazioni: i Guelfi e i Ghibellini, i Bianchi e i Neri, la Destra e la Sinistra.
Questo schema bi-polare è penetrato a tal punto nel cervello di molte persone che, anche nella vita corrente, qualsiasi fenomeno è visto sotto il profilo di due campi contrapposti.
Tale visione ha influenzato anche profondamente le dinamiche dell’informazione, vale a dire la maniera in cui essa è prodotta, diffusa, utilizzata.
La dinamica informativa che coinvolge molte persone, in maniera più o meno consapevole ed intenzionale, come produttori o fruitori, può essere riassunta in tre modalità dell’agire.
Esse sono:

1. Deformare. La deformazione riguarda le posizioni di coloro che sono visti come avversari, in modo da attaccarli molto più facilmente. Le persone che si rendono colpevoli di una deformazione commettono la fallacia nota sotto il nome di “argomentazione dell’uomo di paglia” attraverso la quale si vuole demolire una posizione dopo averla prima del tutto falsamente rappresentata. Casi di tale fallacia sono forniti, ad esempio, da Frédéric Bastiat quando scrive:

“Il Socialismo, al pari della vecchia politica da cui esso emana, confonde il Governo e la Società. Per questo motivo, tutte le volte che noi non vogliamo che una cosa venga fatta dal Governo, se ne conclude che noi non vogliamo che quella cosa sia fatta del tutto.
Noi respingiamo l'istruzione gestita dallo Stato; allora non vogliamo l'istruzione.
Noi respingiamo una religione di Stato; allora non vogliamo la religione.
Noi respingiamo l'uguaglianza imposta dallo Stato; allora non vogliamo l'uguaglianza, e così via.” (La legge, 1850).

A ciò potremmo aggiungere una fallacia commessa, a loro volta, da molti avversari del socialismo di Marx e del comunismo anarchico di Kropotkin, che, falsamente, presentano il superamento del monopolio della proprietà nelle mani di un gruppo relativamente ristretto di persone (l’aristocrazia o la borghesia) sostenuto da quegli autori, come abolizione della proprietà tout court.
Una volta che la deformazione dell’altrui posizione è stata operata (estremizzata, impoverita, ridicolizzata, ecc.), si è pronti per il passaggio alla seconda fase.

2. Diffamare. La rappresentazione menzognera deve adesso essere diffusa ai quattro venti. Il XX secolo, attraverso l’introduzione dei mezzi di comunicazione di massa (radio, televisione, giornali a grande tiratura) è stato il secolo delle menzogne colossali (ad es. contro individui e minoranze) che hanno portato ad atti abominevoli (ad es. i vari genocidi commessi dal potere). In linea generale, più grande è la calunnia, maggiore è l’effetto che fa sulle persone, suscitando la loro attenzione e spesso la loro partecipazione nella diffusione della menzogna stessa, soprattutto se essa è in sintonia e rafforza le loro inclinazioni ideologiche. Inoltre, anche se la calunnia dovesse essere smascherata, cioè mostrata essere una pura e semplice menzogna, risulta sempre valido il detto degli antichi riportato da Bacone:

"Audaciter calomniare semper aliquid haeret"
(Calunniate in maniera sfrontata, qualcosa ne rimarrà sempre).

La diffamazione è sempre una azione spregevole anche se fatta in maniera inconsapevole, riciclando informazioni non verificate. E lo è tanto più al giorno d’oggi perché non solo è alla portata di tutti (Internet), ma anche perché tutti potrebbero prima verificare l’attendibilità dell’informazione (Internet) e, qualora sussistessero dubbi, astenersi dal farla circolare.
La diffamazione ha, in linea generale, come obiettivo, la messa in atto della terza fase del processo di disinformazione.

3. Dominare. La deformazione e la diffamazione sono solo passaggi per arrivare a distruggere i propri avversari e dominare il cervello di tutti. Infatti, la produzione di utili idioti (disinformati) è la condizione necessaria per il dominio su servi obbedienti (culturalmente disarmati).
L’obiettivo ultimo è il monopolio del potere perché, in un mondo basato sulla logica bipolare, tutto è a somma zero: la vittoria dell’uno (dominio) è possibile solo attraverso la sconfitta dell’altro (sottomissione). E questa esclusività monopolistica è la vera essenza di un mondo fatto di sette e lotte politiche.

Eppure, eppure …
La realtà che ci circonda è qualcosa di molto più ricco e vario di quanto possa essere mai contenuto in uno schema bipolare o nelle ideologie settarie delle opposte fazioni politiche. Questo mondo variegato è fatto di individui, di famiglie, di comunità volontarie, di unità produttive, di associazioni culturali, clubs, circoli, ecc. ecc.
Solo per coloro che non vogliono fare la fatica di osservare e riflettere, il mondo è composto di due soli colori (il bianco e il nero) e la vittoria dell’uno è possibile solo attraverso la sconfitta dell’altro (giochi a somma zero). Invece, per coloro che succhiano il midollo della vita, il mondo è un arcobaleno policromatico di infinite sfumature in cui il benessere (materiale, culturale, spirituale) dell'uno è molla e fattore produttivo del benessere di molti altri (giochi a somma positiva).

Chiaramente, dipende da noi se vogliamo essere assopiti ricettori delle deformazioni e delle diffamazioni confezionate dagli intellettuali e dagli scribacchini del regime o attenti osservatori e produttori della realtà circostante.
Quindi, nel nostro piccolo, dovremmo fare attenzione, quando formuliamo una affermazione, se stiamo deformando le posizioni altrui in modo da diffamare il presunto avversario per fini di prevaricazione settaria, oppure se stiamo cercando di capire le altrui posizioni e se stiamo presentando le nostre idee nella maniera più sincera e chiara possibile, senza rabbia verso chicchessia e senza fini reconditi di dominio su alcuno.

Solo così saremmo gli agenti di quel "cambiamento che vorremmo vedere nel mondo" (Mahatma Gandhi) invece che i replicanti del settarismo padronale che soffoca noi e tutti gli altri.

 


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