Gian Piero de Bellis

Dalla “belle époque” alla “bête époque”

(Luglio 2024)

 


 

Il processo di apprendimento

Gli esseri umani vengono al mondo con il desiderio di apprendere, e la premessa per soddisfare tale desiderio è che vivano in un ambiente stimolante.

I bambini hanno la tendenza a toccare tutto ciò su cui possono mettere le mani e desiderano esplorare lo spazio che li circonda. L’assenza di curiosità sarebbe l’indizio della presenza di una qualche patologia.

Quando il bambino cresce e diventa adolescente e poi adulto, impara a comportarsi intelligentemente facendo tesoro dei suoi errori e delle sue esperienze negative, in modo da non ripeterle. Sarebbe molto strano e malsano se una persona, avvicinando la mano al fuoco e provando un calore insopportabile, ripetesse più volte lo stesso gesto.

In una fase più evoluta, la persona adulta ricava utili insegnamenti non solo dai propri errori (per evitarli) ma anche dagli errori degli altri (per non copiarli).


Il processo di civilizzazione

Nella storia, il processo di apprendimento è chiamato processo di civilizzazione, poiché avviene solitamente che ogni generazione introduce e gode delle scoperte e dei miglioramenti delle generazioni precedenti, evitando di cadere nelle stesse trappole e di ripetere gli stessi errori. Questa dinamica è riassunta nella frase di Cicerone "Historia magistra vitae". (De oratore, 55 a.C.).

Per quanto riguarda il progresso scientifico e tecnologico, il fatto di basarsi in modo proficuo sulle esperienze e sugli esperimenti del passato è una convinzione espressa già nel XII secolo da Bernardo di Chartres e un dato di fatto sottolineato molto chiaramente da Newton quando affermò: "Se ho visto più lontano, è stando sulle spalle dei giganti". (Isaac Newton, Lettera di Sir Isaac Newton a Robert Hooke, 1675).

È solo ricordando (preservando) i successi e ricordando (evitando) i fallimenti che le generazioni che si succedono le une alle altre possono migliorare la loro esistenza terrena.


L’ umano oblio

La memoria del passato, tuttavia, non è sempre attiva e precisa. Per questo motivo, nel corso della storia, oltre ad affinare l’attenzione e le capacità mnemoniche, le persone hanno fatto affidamento anche a supporti materiali. In sostanza, per non dimenticare il passato e utilizzarne proficuamente gli insegnamenti è indispensabile la presenza dei seguenti fattori:

- Notazione accurata: la registrazione fedele degli eventi passati.
- Libero esame: il libero accesso a tali registrazioni.
- Ricordo corretto: il recupero preciso di quei dati.

Purtroppo, assai spesso, un potere autoritario e manipolatore riesce a riscrivere o cancellare i fatti storici per promuovere la propria agenda. Per esempio, questo è ciò che dovevano fare regolarmente gli impiegati del Ministero della Verità (George Orwell, Nineteen Eighty-Four, 1948).

Altre volte, sono le persone stesse che non sembrano essere interessate a esplorare il passato e imparare da esso, in quanto completamente immerse a consumare il presente, materialmente e culturalmente.

In questi casi, il risultato è ciò che è stato sottolineato da George Santayana quando ha scritto: "Coloro che non possono ricordare il passato sono condannati a ripeterlo". (George Santayana, The Life of Reason, 1905). E ripetere continuamente il passato significa anche commettere più volte gli stessi errori e incorrere negli stessi fallimenti. In altre parole, nessun apprendimento, nessun progresso.

In sostanza un comportamento da sciocchi, perché "solo gli sciocchi ripetono sempre le stesse esperienze, aspettandosi di ottenere risultati diversi" (frase attribuita a George Bernard Shaw).


L’umana decadenza

L'assenza di apprendimento e quindi di progresso ha, per l’appunto, come rovescio della medaglia, la ripetizione degli errori del passato. È allora assai probabile che ciò generi un deperimento e una decadenza degli individui e delle loro società.

Riguardo alla storia che si ripete, Karl Marx ha scritto all’inizio di un suo saggio: "Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e personaggi della storia universale appaiono, per così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa". (Karl Marx, Il diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte, 1852).

Dall'inizio del XXI secolo, sembra che i governanti statali e buona parte dei loro sudditi siano intenzionati a ripetere ciò che è accaduto nella prima parte del XX secolo. Infatti, le tragiche espressioni di un tempo, del nazionalismo, militarismo, territorialismo, suprematismo, appaiono ancora una volta nel cammino della storia.

Ma c'è un'importante differenza che rende gli orrori del passato, spesso nascosti alla vista di molti individui di allora, una farsa, pur sempre tragica e orrorifica. Nell’attuale società dello spettacolo, già prefigurata da Guy Debord (La société du Spectacle, 1967), le nefandezze e gli orrori sono diventati una rappresentazione quotidiana a cui assistiamo sui nostri schermi. In sostanza, bombardamenti, massacri, uccisioni, espulsioni, e via dicendo, in diretta TV.


I tragici attuali orrori

Vediamo allora come i tratti tragici del passato si ripresentino oggi.

- Nazionalismo. La breve stagione del cosmopolitismo, inaugurata dall'introduzione e dalla diffusione di Internet e del World Wide Web (comunicazione e scambi istantanei a livello mondiale), è stata bloccata dagli Stati nazionali che hanno inventato falsi nemici (gli stranieri, i migranti) per poter propagandare di nuovo una identità nazionale del tutto inventata, analogamente a quanto era accaduto all'inizio del secolo precedente. Infatti, a quei tempi, una frenesia nazionalistica aveva portato allo scoppio della Prima guerra mondiale, seguita dalla nascita e dall’affermazione di due movimenti ultranazionalisti: il fascismo e il nazionalsocialismo.

- Militarismo. La distruzione delle Torri Gemelle (New York, 11 settembre 2001) ha inaugurato la Guerra al Terrore su scala mondiale e ha rappresentato il pretesto per introdurre misure invasive di controllo dei cittadini. Inoltre, essa ha avviato un ciclo di nuove guerre (Afghanistan, Iraq, Siria, Ucraina, Gaza), con l'invenzione di nuovi nemici. Essendo la guerra “the health of the state” [la salute dello Stato] secondo la formulazione di Randolph Bourne (The State, 1918), il militarismo e le spese per gli armamenti sono le componenti essenziali per la sopravvivenza e l’attuale rilancio degli Stati. Questo dopo una breve stagione fatta di illusioni, i cosiddetti dividendi della pace, generate dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica. Inutile dire che la corsa agli armamenti aveva caratterizzato gli anni precedenti lo scoppio della Prima guerra mondiale.

- Territorialismo. L'obiettivo del militarismo statale è il territorialismo, cioè il controllo sovrano da parte degli Stati dei propri territori e, se possibile, l'occupazione e il dominio su nuovi territori. I più noti esempi di territorialismo sono rappresentati dagli Stati Uniti (basi militari in tutto il mondo) e da Israele (annessione di nuovi territori). Per quanto riguarda lo stato di Israele, va sottolineato il fatto che il territorialismo ha fatto parte, fin dall'inizio anche se non sempre in maniera esplicita, dell'ideologia sionista. In passato, l'imperialismo occidentale (ad esempio, con la spartizione dell'Africa) e il Lebensraum nazista (lo spazio vitale) sono state le espressioni più evidenti dell’espansionismo e dominio territoriale. Al giorno d’oggi le guerre in Ucraina (contesa di territori) e in Palestina (annessione di territori) sono gli esempi più palesi dello stesso fenomeno.

- Suprematismo. Il filo rosso che lega il nazionalismo, il militarismo e il territorialismo di Stato, è la convinzione che certi individui, gruppi, collettività, siano geneticamente e culturalmente superiori alla massa degli altri. I governanti e i propagandisti europei, ad esempio, hanno più volte proclamato la superiorità della civiltà occidentale su tutte le altre. I nazionalsocialisti hanno sostenuto la superiorità della razza ariana. Oggi, ma non da oggi, abbiamo lo spettacolo obbrobrioso dei sionisti che sono convinti di essere il popolo eletto, scelto da Dio per dominare altre popolazioni.

In altre parole, niente di nuovo sotto il sole.


L'attuale orribile farsa

Questi quattro orrori ideologici e materiali, che ripetono gli orrori ideologici e materiali del passato, sono diventati ormai uno spettacolo quotidiano sui nostri schermi e una cronaca quotidiana sui nostri giornali. Questo fatto rappresenta la novità rispetto al passato e rende tutti gli eventi attuali una tragica orribile farsa.

Gli autori di questi orrori sono individui dementi, privi di qualsiasi senso morale. Sono così patologicamente narcisisti e depravati che si divertono a filmare sé stessi mentre commettono atrocità, e poi a trasmetterle e diffonderle perché il mondo le veda.

Abbiamo quindi soldati americani che scattano foto nella prigione di Abu Ghraib (Iraq) mentre torturano psicologicamente e abusano fisicamente dei prigionieri. Secondo le organizzazioni umanitarie, questi non sono stati episodi isolati, ma fanno parte di un più ampio schema di torture e trattamenti brutali nei centri di detenzione americani all'estero.

Al giorno d’oggi abbiamo i soldati dell'IDF (Forze di Difesa Israeliane) che scattano centinaia di foto e si filmano mentre ridono durante la distruzione di case, scuole, ospedali ecc. O mentre saccheggiano appartamenti e rubano qualsiasi oggetto di valore. I cecchini sono particolarmente orgogliosi nel mostrare come uccidono individui isolati che vagano tra distruzioni e macerie intorno a loro.

E l'aspetto, tragico e farsesco al tempo stesso, è che questi assassini-dementi compiono le loro nefandezze, proclamando al tempo stesso la loro superiorità come il popolo più civilizzato e l'esercito più morale al mondo. La loro follia è così palese che non si rendono conto di essere coinvolti in un processo di autodistruzione non solo della loro reputazione, ma della loro stessa umanità. Sono come dei clown dementi che mettono in atto ogni sorta di sciocco e assurdo comportamento autolesionista per far ridere gli altri. Ma nessuno ride, tranne i clown stessi.


La "bête époque”

Gli anni che hanno preceduto lo scoppio della Prima guerra mondiale sono stati chiamati la "belle époque". Propongo di qualificare gli anni attuali, che precedono una possibile futura catastrofe mondiale, come la "bête époque".

I protagonisti e le comparse di questa epoca farsesca e tragica al tempo stesso sono bestie-umane grandi e piccole.

Questi esseri-bestie possono essere rappresentati come:

- Sanguisughe. Le sanguisughe sono gli strati parassitari che costituiscono la componente principale degli Stati. L'espressione principale è costituita, da tempo immemorabile, dall'onnipresente burocrazia attraverso la quale "lo Stato ingloba, controlla, regolamenta, sovrintende e istruisce la società civile, dalle sue principali manifestazioni di vita fino ai suoi più insignificanti movimenti, dai suoi modi di essere più generali fino all'esistenza privata degli individui". (Karl Marx, Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte, 1852).

- Sciacalli. Gli sciacalli sono gli individui apertamente o celatamente violenti che costituiscono la componente dominante degli eserciti, delle polizie, delle magistrature. Essi sono disposti a compiere tutto ciò che è in loro potere per proteggere e garantire l'esistenza dello Stato, dalla promozione di guerre e di stermini all'imprigionamento di chiunque metta in discussione o in serio pericolo la reputazione e la continuazione del loro potere.

- Volpi. Le volpi sono tutti coloro che traggono profitto dall'esistenza di un potere dominante, godendo di privilegi, risorse, onori e quant'altro si possa ottenere come favori e ricompense. Molti di loro sono pesci piccoli che navigano nel sistema di potere cercando di sopravvivere. In questo caso rappresentano una sorta di sottoproletariato materiale e culturale pronto a vendersi a qualsiasi padrone.

- Pappagalli. I pappagalli li troviamo su due livelli del trespolo. Il primo livello è costituito da coloro (intellettuali, giornalisti, artisti, insegnanti, propagandisti ecc.) che ricevono istruzioni dirette dal potere su come manipolare gli individui e renderli servi obbedienti del Grande Fratello Stato. Taluni di loro sono talmente innamorati del Grande Fratello da non aver neanche bisogno di precise direttive al riguardo. Il secondo livello è composto da coloro che assorbono e riciclano le idee e i dati ricevuti dai primi e agiscono, volenti o nolenti, per la perpetuazione della loro servitù. I pappagalli di secondo livello sono noti anche come pecore.

- Pecore. Le pecore compongono la grande massa di persone che vivono sotto un potere statale territoriale (macro-feudale). Sono gli individui manipolati, le monadi o gli atomi del magma sociale, della cosiddetta società di massa. Sono soggetti addestrati (cioè manipolati) dalla scuola statale e dai media controllati e finanziati dallo Stato, sempre pronti a rispondere alla chiamata a partecipare, a intervalli regolari, all'elezione dei propri padroni.

- Maiali. I maiali sono il risultato visibile dell'attuale iperconsumo generalizzato. Essi compongono una massa di individui sovrappeso o del tutto obesi, dal corpo lento e, molto spesso, dalla mente lenta, un esemplare perfetto che contribuisce a mantenere in vita l'attuale sistema di potere. Il cibo spazzatura e le idee spazzatura, come dieta base della maggior parte di loro, indicano molto chiaramente, tramite loro, l'esistenza di una decadenza delle persone e delle società.

Pur utilizzando le categorie di bestie e bestioline, va comunque precisato che il riferimento agli animali non deve essere inteso come un disprezzo o una svalutazione di quelle creature viventi che sono generalmente migliori della loro immagine convenzionale prodotta dall'uomo. Si vuole semplicemente far presente il fatto che ogni essere umano arriva ad essere tale in quanto supera la sua natura animale e diventa un essere adulto e maturo, vale a dire civilizzato. Per cui, dalla natura animale, esistente alla nascita, gli individui dovrebbero evolvere verso una natura umana formata ed elevata da un processo di apprendimento alla creatività e al senso critico, frutto della vita di relazione in società moralmente e culturalmente progredite.

Per questo motivo, superare la "bête époque" dovrebbe essere un imperativo morale e culturale, per la sopravvivenza e lo sviluppo di persone e comunità pienamente umane.


Oltre la “bête époque”

Superare la "bête époque" significa ricordare e imparare dagli errori del passato, e per questo essere capaci e disposti a superare i quattro grandi tragici orrori che l’umanità ha già sperimentato nella storia: nazionalismo, militarismo, territorialismo, suprematismo.

Per farlo abbiamo bisogno dell’emergere delle seguenti realtà:

- Lo sviluppo di individui autonomi e polivalenti, che non vogliono essere assoggettati ad alcun potere autoritario dominante e che si sentono a casa propria ovunque, perché, come Wolfgang Goethe, sono sia abitanti di una località che cittadini del mondo.

- La pratica del principio di non aggressione. Questo dovrebbe essere un principio universale, l'unico necessario e indispensabile, da adottare e attuare dappertutto, da parte di tutti gli esseri umani civilizzati.

- La nascita e diffusione di comunità volontarie non territoriali, perché gli individui autonomi e polivalenti sono inclini ad associarsi sulla base di affinità condivise molto più che attraverso vicinanze territoriali casuali.

Una delle citazioni più famose dell'antropologa Margaret Mead è la seguente: "Non dubitate mai che un piccolo gruppo di individui impegnati e riflessivi possa cambiare il mondo. Anzi, è l'unica cosa che sia mai riuscita a farlo".

A questa convinzione andrebbe associato l'invito, attribuito al Mahatma Gandhi, a cambiare innanzitutto noi stessi prima di pensare di cambiare il mondo. E, di fatto, quando un gruppo consistente di individui cambia sé stesso in meglio, inizia davvero, con le sue attività e il suo esempio, a cambiare il mondo.

Sulla base di queste premesse molti di noi potrebbero davvero fuoriuscire dalla “bête époque” e iniziare a costruire un futuro diverso e migliore.

 


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