Materiali sul Mezzogiorno d'Italia


Federalismo

 


 

(1882 - Pasquale Turiello,  Governo e governati in Italia, Einaudi, Torino, 1980)

-  "Il primo tentativo di questa attenuazione [del centralismo statale] fu la proposta del Minghetti del 1861, di distribuire lo Stato in regioni largamente autonome amministrativamente; proposta venuta meno per il giusto istinto della maggioranza della Camera di quel tempo, e specialmente dei meridionali." (p. 17)

 

(1900 - Gaetano Salvemini,  La Questione Meridionale e il Federalismo, in "Movimento socialista e questione meridionale", Feltrinelli, Milano, 1973)

-  "[Dunque], l'intervento negli affari meridionali degli 'Italiani delle altre province' - cioè l'unità amministrativa e militare - assicura l'impunità agli oppressori, legalizza l'oppressione, impedisce ogni reazione legale degli oppressi, schiaccia ogni reazione illegale; le masse meridionali abbandonate a se stesse - cioè liberate dalla camicia di forza dell'unità e autonome in una costituzione federale - troverebbero legalmente o illegalmente un rimedio." (p. 179)

-  "Accentrate la vita amministrativa a Roma e i reazionari conquistano immediatamente la maggioranza legale. Rendetela autonoma nelle circa trenta regioni italiane, e in molte regioni la reazione sarà sgominata a un tratto; nelle altre sarà per essa il principio della fine." (p. 180)

-  "Nessuna illusione è più fallace e pericolosa di questa, che un governo unitario, purché democratico, possa risolvere la questione meridionale." (p. 188)

-  "Il federalismo è utile economicamente alle masse del Sud, politicamente ai democratici del Nord, moralmente a tutta l'Italia." (p. 191)

-  "... non vi è lotta fra Nord e Sud: vi è lotta fra masse del Sud e i reazionari del Sud; vi è lotta fra le masse del Nord e i reazionari del Nord; e come i reazionari del Nord e del Sud si uniscono per opprimere le masse del Nord e del Sud, così le masse delle due sezioni del nostro paese debbono unirsi per sconfiggere a fuochi incrociati la reazione, sia essa delinquente con la camorra e con la mafia, sia ipocritamente onesta con Colombo e Negri; viva essa sul lavoro non pagato dei cafoni pugliesi o su quello delle risaiole emiliane; prenda a suoi rappresentanti Crispi o Saracco; si affermi sulle colonne del Corriere della Sera o nei libri semiscientifici del Nitti." (p. 191)