Materiali sul Mezzogiorno d'Italia


Pessimismo e Inerzia

 


 

(1941 - Vitaliano Brancati,  Gli anni perduti, Mondadori, Milano, 1976)

-  "Qualsiasi cosa voi diciate, sembra una traduzione del seguente pensiero: il mondo è finito e noi siamo perduti." (p. 85)

 

(1975 - Giuseppe Fava,  Gente di rispetto, Bompiani, Milano, 1975)

-  "Qui c'è un paese che sembra popolato da ebeti, quasi tutti vivono seduti dinnanzi alla porta di casa con la coppola calata sulla fronte, guardando per anni le stesse cose, ascoltando le stesse parole e macinando forse gli stessi pensieri, cioè vivono e muoiono senza motivo apparente, come vivono le formiche o i fili d'erba ..." (p. 149)

-  "Tu non vuoi capire la verità ! La verità è che questo paese è morto, non c'è più speranza. Come si può lottare per una cosa che è morta ? Gli uomini più poveri e più giovani se ne sono andati o se ne andranno. Restano solo quelli che ci vivono contenti..." (p. 212)

-  "Un uomo che nasce in questo paese, a un certo momento della sua vita, deve fare la sua scelta. Ha tre possibilità. Anzitutto partire, andarsene in un altro luogo della terra, Milano, la Germania, l'Australia, abbandonare per sempre tutte le cose conosciute, la casa, i parenti, gli amici... tutto." "La seconda soluzione è ancora più difficile : restare in questo paese miserabile e cercare però di conquistarlo, cioè viverci almeno da padrone... Ti iscrivi a un partito politico, diventi amico e alleato dei più forti, prendi tutto quello che c'è da prendere con qualsiasi mezzo, l'inganno, la ruffianeria, l'amicizia, la violenza..." "Infine c'è la terza soluzione, cioè restare in mezzo a tutte queste cose che compongono la tua piccola vita: questo paese che muore, queste vecchie case, la povertà e l'ignoranza... ma anche gli amici, le abitudini, la tua famiglia... e scavarsi una nicchia dentro queste cose, starci dentro, al riparo, accontentarsi, vivere semplicemente... Il mondo passa lontano da te con tutte le sue altre cose affascinanti e sanguinose, ma tu le intuisci soltanto e non sai nemmeno come siano... Chiuso dentro la tua nicchia, così fino alla fine..." (pp. 213-214)