Gian Piero de Bellis

Veltrusconi e il Veltrusconismo

(Aprile 2008)

 


 

Nel 1937, Ortega y Gasset, nel suo Prologo a La ribellione delle masse, manifestò in maniera molto chiara il suo pensiero sulla divisione politica destra-sinistra:

Ser de la izquierda es, como ser de la derecha, una de las infinitas maneras que el hombre puede elegir para ser un imbécil: ambas, en efecto, son formas de la hemiplejia moral." ["Essere di destra o essere di sinistra vuol dire scegliere uno dei molti modi che si presentano ad una persona per essere un imbecille; entrambi sono, in realtà, forme di paralisi morale"].

I dati che si erano accumulati nel corso degli anni a sostegno della visione di Ortega erano molteplici. Gli episodi più vistosi riguardavano la nascita del fascismo (cosiddetta destra) dal socialismo (cosiddetta sinistra) con il compagno Benito Mussolini che diventa il camerata Benito Mussolini. Un cambio di sostantivi senza che vi fosse un cambio di sostanza.

Poi abbiamo l’Adolfo Hitler con il suo partito nazional socialista (di destra) che si contrappone ai partiti comunisti di impronta nazional popolare (di sinistra). In realtà l’unico aspetto che li differenziava era che volevano entrambi la stessa cosa, il controllo dello Stato. Per cui nazional socialisti e nazional comunisti si allearono per spartirsi la Polonia (patto Molotov-von Ribbentrop) e poi si scannarono per il dominio dell’uno sull’altro.

Insomma, destra e sinistra non erano altro che la stessa ideologia di morte (lo statismo) utilizzata da due macellai che gestivano due distinte macellerie statali.

Tutto questo è espresso in maniera mirabile da Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato a Eboli (1944)

 “Già il treno ci riportava, oltre la capitale, verso il sud. Era notte, e non mi riusciva di dormire. Seduto sulla dura panca, andavo ripensando ai giorni passati, a quel senso di estraneità, e alla totale incomprensione dei politici per la vita di quei paesi verso cui mi affrettavo. Tutti mi avevano chiesto notizie del mezzogiorno; a tutti avevo raccontato quello che avevo visto: e, se tutti mi avevano ascoltato con interesse, ben pochi mi era parso volessero realmente capire quello che dicevo. Erano uomini di varie opinioni e temperamenti: dagli estremisti più accesi ai più rigidi conservatori. Molti erano uomini di vero ingegno e tutti dicevano di aver meditato sul « problema meridionale » e avevano pronte le loro formule e i loro schemi. Ma così come queste loro formule e schemi, e perfino il linguaggio e le parole usate per esprimerli sarebbero stati incomprensibili all'orecchio dei contadini, così la vita e i bisogni dei contadini erano per essi un mondo chiuso, che neppure si curavano di penetrare. Erano, in fondo, tutti (mi pareva ora di vederlo chiaramente) degli adoratori, più o meno inconsapevoli, dello Stato; degli idolatri che si ignoravano.
Non importava se il loro Stato fosse quello attuale, o quello che vagheggiavano nel futuro: nell'uno e nell'altro caso era lo Stato, inteso come qualcosa di trascendente alle persone e alla vita del popolo; tirannico o paternamente provvidente, dittatoriale o democratico, ma sempre unitario, centralizzato e lontano.”

Sono passati molti anni da quando furono scritte queste parole e c’è ancora gente che parla di destra e di sinistra, che si dice di destra o di sinistra. Ma oramai ne parla in maniera sempre meno convinta e appassionata, e l’ascoltatore risulta sempre più deluso e annoiato da questi discorsi.

Ecco allora che sta avvenendo un fatto nuovo. Come nella Fattoria degli animali di Orwell, la differenza tra gli uomini (i vecchi padroni della fattoria) e i maiali (i nuovi padroni della fattoria) sta scomparendo. Ecco, stiamo arrivando lentamente e faticosamente a quel punto. Padroni di destra e padroni di sinistra appaiono finalmente per quello che sono: padroni, punto e basta. E le false divisioni politiche (destra-sinistra) si mostrano per quello che sono e cioè un surreale (e sporco) gioco delle parti.

Al giorno d’oggi questa fasulla e oramai farsesca contrapposizione destra-sinistra ha un nome: il Veltrusconismo.

Veltrusconi è il nuovo soggetto politico, l’uomo maiale di Orwelliana memoria, l’operaio padrone di Berlusconiana aspirazione, il politico antipolitico di Veltroniana illusione.

Gli anni a venire saranno gli anni del Veltrusconismo, in cui le camarille di stato faranno quadrato per la difesa affannosa della piovra stato da cui essi, i Veltrusconiani, ricavano i mezzi per vivere e per stravivere.

E per gli altri che non si prestano a questo sporco gioco, che resta da fare?

Fuoriuscire dallo stato, mentalmente e materialmente, e trovare/inventare altri modi di organizzare la propria vita individuale e sociale che si allontanino sempre più dallo sfruttamento feudale e dal nazional-populismo ottocentesco e che siano sempre più in sintonia con gli strumenti tecnologici del XXI secolo.

 

 


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