Mauro Gargaglione

Beppe Grillo, le tasse e il "nuovo" patto con la Banda Bassotti

(Maggio 2012)

 


 

Il post è sulle tasse, il blog è quello di Grillo. Alcuni stralci.

1- "Le tasse sono bellissime". Lo disse Padoa Schioppa.
Io però aggiungerei: "Dipende dall'uso che se ne fa!"

2 - "È corretto pagare le tasse.
È corretto che tutti le paghino in proporzione al reddito. Non è corretto lavorare come gli schiavi ai tempi dei faraoni per vedere dilapidato il frutto del nostro lavoro da presuntuosi e incompetenti nel migliore dei casi, corrotti e ladri nel peggiore, che si spacciano per statisti e ci propongono le loro ricette per la crisi in prima serata televisiva."

3 - "Il Patto con lo Stato va ridiscusso presto e con altri interlocutori."

4 - "È necessario introdurre la destinazione d'uso per le nostre tasse. Io pago se so dove vanno a finire i miei soldi."

Tutto bello? Tutto giusto?
Neanche per idea! E' un florilegio di ingenui sogni (sperando che siano solo ingenui ... ).
Esaminiamoli.

Il primo sogno è direttamente correlato all'ultimo. Introduciamo la glasnost fiscale. Io so che lo 0.13% delle trattenute in busta servono al Comune di Roma per finanziare la notte bianca e non sono d'accordo.
Quindi che mi suggerisce Grillo?
Un ricorso alla commissione tributaria per chiedere il rimborso? Oppure, visto che c'è stato un referendum, devo pagare e stare sveglio tutta la notte con le finestre chiuse a Luglio?

Sogno numero due (anzi incubo). La tassa proporzionale al reddito. Perché?
Se riesci a fare troppi soldi devi pagare di più (ma troppi quanti e quanto di più?).
Li hai rubati? Oppure sei stato in gamba e te li sei guadagnati?
Se li hai rubati o te li sei procurati con la frode, devi finire dentro e il discorso termina lì.
Se non li hai rubati, qualcuno te li ha dati in cambio di qualcos'altro.
Evidentemente hai fatto qualcosa di tanto apprezzato che un sacco di gente ha ritenuto volontariamente (leggi bene, VOLONTARIAMENTE) di levarsi dei soldi di tasca e darteli.

Invece, più valido è ciò che hai realizzato, più gente te l'ha testimoniato mettendo mano al portafoglio e più devi pagare lo stato, secondo questa logica idiota.
Ma che razza di etica e moralità dovrebbe essere questa?
Te lo dico io qual è, è la logica del sei politico.
Quella che porta dritto dritto al « ma a me chi me lo fa fare … ».
Mi guardo attorno e non vedo altro.
Questo sogno di Grillo è pienamente realizzato!

In verità c'è un'altra ipotesi.
Sei un inetto lazzarone ma il tuo vecchio ti ha lasciato i frutti del suo lavoro e sei ricco sfondato. Passi le giornate a Montecarlo in mezzo a tettone rifatte e yacht di lusso.
Quindi è giusta una tassa 'morale' sulla ricchezza ereditata, vero?

Allora senti qua.
Una modella mediterranea taglia 48, scura e formosa non trova lavoro e fa la fame perché vanno di moda quelle diafane, taglia 38. Una così ha ricevuto in eredità dai genitori i geni 'nordici' e questa fa un sacco di soldi, perché è nata così.
Che fai allora? Introduci una tassa proporzionale sui geni che vanno di moda? Una tassa sulla fortuna di essere nati da ovuli e spermatozoi giusti? Oppure la chiamiamo una tassa sui bravi, o sui belli?
Complimenti! Bella filosofia di vita.

Sogno numero tre.
Questo è il vero problema per cui grillate = scemenze.
Gli altri punti sono sbagliati ma questo è pericoloso.
Io non faccio nessun patto con lo stato! È lo stato (e la politica) che deve fare un patto con me.
Io devo decidere quali sono i motivi, i limiti e i compiti per cui metto la pistola nella fondina di un altro, non è lo stato che deve contrattarlo con me.
Io, disarmato, non faccio patti con chi è armato. Se decido di armarlo devo poterlo disarmare.
Devo avere un'arma di difesa a casa, insieme a milioni di persone come me.
Lo stato deve temere i suoi cittadini, non il contrario.

Conclusione.
Ammesso e non concesso che l’armata dei grillini riesca a sparigliare le carte, forse, e sottolineo forse, lo stato canaglia si prende un’ora d’aria per qualche tempo. L’ora d’aria che spettava alle decine di politici che nel 1992 sono finiti dentro dopo una rivoluzione come Mani Pulite che ha spazzato un’intera classe politica e ha stupito il mondo. Ma non me.

Che dici, avevo ragione vent’anni fa, insieme ad altri quattro sfigati, a non muggire di soddisfazione per le prodezze di Di Pietro & Co?

 


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