Gian Piero de Bellis

Silenzio, si copia

(Gennaio 2015)

 


 

Recita un famoso aforisma che “Imitation is the sincerest [form of] flattery.”(Charles Caleb Colton, Lacon, 1820). In italiano lo si può rendere con la frase: “Copiare è la più grande forma di apprezzamento.”

Accade però spesso che colui che copia non vuole affatto che si sappia in giro che le sue idee non sono del tutto originali. Allora mette in atto due possibili strategie : (a) tace sulla fonte per non far sapere; (b) diffama la fonte per distinguersi e allontanare il sospetto.
Talvolta può anche capitare che colui che copia non sia consapevole che le sue idee sono state già espresse in passato da qualcun altro. In tal caso, può essere che egli utilizzi, inconsapevolmente, degli archetipi, delle forme espressive o delle aspirazioni che risultano valide in epoche differenti.

Questa premessa mi è necessaria per illustrare alcune somiglianze tra due concezioni di pensiero presentate come opposte, e che mi pare piuttosto bizzarro siano passate sotto silenzio.
Vediamo.

Coloro che simpatizzano o sostengono la concezione anarco-capitalista utilizzano talune figure, immagini e desiderata per presentare e far accogliere le loro idee. Abbiamo ad esempio:

  • le figure dei tax-payers e dei tax-spenders;

  • l’immagine molto persuasiva del tempo (giorni) che una persona lavora solo per pagare le tasse allo stato (tax freedom day);

  • la denuncia del crony capitalism che ha corrotto e sfigurato il capitalismo basato sulla produzione in regime di concorrenza e sul libero scambio;

  • il desiderio di vedere la fine della proprietà statale e dell’ingerenza dello stato in modo da giungere al libero godimento della proprietà da parte di individui e gruppi associati.

Tutto ciò fa diretto riferimento a dati della realtà (es. i tax-payers e i tax-spenders) ed esprime pensieri e aspirazioni che molti condividono, anche se spesso in maniera non del tutto chiara e conseguente.

Ma, … un momento!
Questi pensieri e queste aspirazioni non sono forse già stati espressi in passato anche da alcuni pensatori socialisti, uno in particolare?
A me sembra proprio di sì.
Vediamo.

  • La contrapposizione tax-payers e tax-spenders non assomiglia forse alla contrapposizione tra produttori (lavoratori manuali) e parassiti (affaristi e politicanti)?

  • il tempo che uno lavora per lo stato senza ricevere qualcosa in cambio (sfruttamento del contribuente) non è forse simile a quanto si sosteneva una volta sul tempo che uno lavora per il padrone senza ricevere un compenso adeguato (sfruttamento dell’operaio)?

  • la denuncia del crony capitalism non è forse simile a quella contro la borghesia alleata allo stato, trasformato in comitato d’affari della borghesia, il tutto divenuto centro di emanazione e di ricezione di favori, privilegi e mazzette che producono corruzione su larga scala?

  • la fine della proprietà statale non esprime forse lo stesso desiderio ottocentesco di farla finita con un tipo di proprietà che ha eliminato vecchie forme (proprietà feudale) solo per imporne altre ugualmente (almeno a quei tempi) monopolistiche (proprietà borghese)? Al loro posto, con termini diversi (privatizzazione, socializzazione) quello che si vuole conseguire non è forse la proprietà dei produttori (singoli o associati) al posto della proprietà dei parassiti e dei privilegiati?

In sostanza, se le cose stanno davvero così, si potrebbe dire che, anche in questo caso, non c’è nulla di nuovo sotto il sole.
Eppure è successo che:

  1. tali idee e aspirazioni sono state presentate come qualcosa di radicalmente nuovo, tale da necessitare una nuova etichetta per qualificarle (anarco-capitalismo);

  2. il bagaglio di idee di alcuni pensatori dell’ottocento è stato completamente gettato alle ortiche, forse per paura che si scoprisse che taluni, venuti dopo, non stavano dicendo granché di nuovo.

È un vero peccato che ciò sia avvenuto, perché si è persa una occasione, preferendo la vecchia tattica delle ideologie contrapposte e delle lotte politiche (anarco-capitalisti contro anarco-socialisti) invece di fare un fronte comune dei produttori per andare al di là dei parassiti e degli sfruttatori.

E intanto i parassiti e gli sfruttatori (affaristi e politicanti) stanno ancora lì bellamente, a succhiare e a sfruttare.

 


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