Gian Piero de Bellis

L’ordinaria follia dell'ordinario essere umano

(Marzo 2010)

 


 

Il 18 Febbraio 2010 una persona di nome Joe Stack si è messa ai comandi di un piccolo aereo da turismo in un aeroporto di Austin, Texas. Dopo il decollo si è diretto verso un edificio che ospitava l’Ufficio Federale delle Imposte (Internal Revenue Service) e si è schiantato contro la struttura uccidendo sé stesso e un impiegato delle tasse.

La mattina, prima di prendere il volo, Joe Stack ha messo su Internet un manifesto che spiegava i motivi del suo folle gesto.

Verso la fine dl suo scritto c’è una frase che vale la pena riportare e su cui è necessario riflettere. Joe Stack scrive:

“I saw it written once that the definition of insanity is repeating the same process over and over and expecting the outcome to suddenly be different. I am finally ready to stop this insanity.” [Una volta ho letto che una definizione di follia è il ripetere in continuazione gli stessi atti, aspettandosi che il risultato sia tutt’a un tratto differente. Io sono finalmente pronto a mettere fine a questa follia.]

Leggendo questa frase ho visto passarmi davanti agli occhi tutti i comportamenti e ho risentito nelle mie orecchie tutti i discorsi a cui da decenni assisto tutte le volte che mi reco in Italia. Da decenni gli italiani compiono gli stessi gesti e ripetono le stesse parole pensando che il risultato sarà, un bel giorno, completamente diverso.

Ecco, questa è ordinaria follia, quella che caratterizza interi popoli e in special modo l’italica gente.

Già George Orwell parlava di “controlled insanity” come nota caratteristica della società di massa in cui il nulla prevaleva anche sulla insicurezza e sulla paura.

Io credo che oramai questo sia il dato dominante della situazione in cui si trova la maggior parte delle persone in Occidente e cioè il vivere in una situazione di pazzia controllata di cui non ci si rende conto perché viene assunta come l’unica realtà possibile.

Il dramma dell’uomo massa che vive in una società di massa è che il suo cervello è stato lobotomizzato ed ora egli è totalmente incapace di immaginare una vita diversa senza la presenza costante e ossessionante del Grande Fratello. È un po’ come una moglie o un marito che non è capace psicologicamente di separarsi dal coniuge che gli rende la vita un inferno continuo fatto di tradimenti, di angherie o addirittura di botte a non finire.

Chiaramente non tutta la realtà è così ma questa è certamente, al momento attuale, la realtà della stragrande maggioranza delle persone.

Detto ciò, è pur vero che moltissimi individui sentono il disagio profondo della situazione in cui vivono e sono lontani dall’amare il Grande Fratello. Eppure, per quanto siano arrabbiati contro tutto e tutti, non riescono proprio a immaginare una situazione in cui il Grande Fratello non esiste più.

È questa l’ordinaria follia che il Big Brother Stato, attraverso i mezzi di manipolazione di massa (scuola, giornali, televisioni), è riuscito a instillare nella mente dell’ordinario essere umano. Ed è da questa ordinaria follia che bisogna venire fuori con strumenti di straordinaria creatività.

 

 


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